Cenni sulla città

Biancavilla è uno dei paesi più grandi della provincia di Catania e insieme ad Adrano vivacizza la fascia occidentale dell’Etna, nonostante l’altitudine e il freddo invernale. Grazie appunto alla sua elevazione e all’orografia del territorio circostante, in giornate terse e limpide il panorama visto da Biancavilla spazia dai vicini Nebrodi alle colline dell’alto Calatino.

La città è un importante centro di produzione e commercio di mandorle, uva, agrumi, mele ortaggi e fichi d’India. Estesi sono i boschi e i pascoli permanenti. Aziende artigiane operano nei settori alimentari, del vestiario, del mobilio, dei materiali da costruzione.

Le origini

Grazie all’abbondante presenza di sorgenti naturali e di grotte laviche, il territorio di Biancavilla fu abitato sin dal paleolitico superiore, dai Sicani prima, e dai Siculi dopo, come testimoniato dai reperti conservati presso il museo civico di Adrano ritrovati in diversi siti archeologici esistenti anche all’interno dell’attuale centro abitato, ma fu successivamente abbandonato.

La fondazione dell’abitato risale al XV secolo, quando un gruppo di profughi albanesi provenienti dai Balcani ottennero il permesso di abitare nel sito, dal conte Gian Tommaso Moncada. La colonia fu insediata nella zona allora chiamata Callicari o Poggio Rosso, luogo probabilmente dell’antica Inessa. Gli albanesi, professanti il rito bizantino, portarono con sé dall’Albania l’icona della Madre di Dio dell’Elemosina, tuttora oggetto di speciale e ininterrotta devozione.

Nel tempo la posizione geografica nonché la lontananza rispetto agli altri profughi albanesi portò probabilmente alla scomparsa e alla decadenza della componente originaria albanese a Biancavilla e a far prevalere così progressivamente la componente locale siciliana.